Danze Proibite
By: Pleasure House 13-11-2020
         Michel Fingesten
         
         Uno dei tabù per eccellenza, un argomento che intimorisce ancora tanti, troppi uomini e mette in imbarazzo tante, troppe donne. Un racconto dolce e velato quanto violento e ribelle. L’amore e la scoperta di se stessi sono un’attività che quotidianamente ognuno di noi dovrebbe affrontare, senza timori o imbarazzi. Eppure parlarne in pubblico crea disagio.
A noi della PH piace creare agio la dove di solito si trova disagio, e con questa breve poesia vogliamo mettere sul piatto un argomento che ci sta particolarmente a cuore: la masturbazione, nello specifico, quella femminile.
Secoli di diffusione di dati medici, scientifici e religiosi mirati a stigmatizzare i benefici per ambo i sessi della pratica dell’autoerotismo hanno creato, lentamente e inarrestabilmente, il tabù, quello che oggi chiamiamo “Double Standard”, sulla masturbazione femminile. Il mito della donna casta, sottomessa, pura.
Secoli di diffusione di dati medici, scientifici e religiosi mirati a stigmatizzare la pratica dell'autoerotismo
                Qua in Pleasure House ci siamo rotti il cazzo .E’ con lavori come questo che ci impegniamo ad abbattere una cultura di scienza-spazzatura,
                 di etichette, di vergogna e castigo.Lasciati assorbire da questa breve lettura e rifletti su cosa ti ha fatto provare. Immagina l’ultima 
                 volta che ti sei masturbat* 
 Ricorda l’ultima volta che ne hai parlato.
            
               Vi invitiamo a non vergognarvi del vostro corpo e dei modi in cui
                mostrate ad esso rispetto, e a seguire l’esempio della scrittrice del racconto che state per leggere: quando vi 
                masturbate, fantasticate, sognate, viaggiate, amatevi e se ve la sentite, parlatene. 
 Puoi abbattere i tabù dal letto di casa tua.
               
 Puoi cambiare il mondo masturbandoti. 
Buona lettura 
E’ sempre festa nella casa del piacere.
            
               “Campagna. Caldo afoso. 
 Sei del pomeriggio,
                il sole cala. L’ora più intima.
 Esco dalla doccia e corro spoglia verso camera. 
Finestre spalancate. Correnti d’aria accarezzano 
                la mia pelle bagnata.
Letto disfatto. Mi adagio supina sulle lenzuola fredde. Pelle d’oca.
I capelli umidi impregnano il materasso 
                ed io mi incurvo, mi struscio, mi dimeno per assorbirne il fresco.
Il mio corpo si rilassa e i miei seni si irrigidiscono.
Sverso 
                all’indietro capo ed occhi ed intravedo dalla finestra rami di longeve sequoie che si intrecciano come in aggraziate orge. Il mio 
                petto, stagliandosi verso l’alto, spinge il mio bacino verso il centro della terra.Lascio che le mie dita sottili dolcemente mi 
                violentino.Vedo il ventre danzare.” 
                credits to Emma Picco.
            
            Milo Manara